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Perilli Achille

Uno dei grandi protagonisti della pittura contemporanea, in forte polemica con il Neorealismo che si andava diffondendo in quegli anni. Perilli, fin dall’inizio, ha scelto la complessità della pittura, dove narrare per segni, per immagini significa ogni volta reinventare lo spazio, interpretare la realtà in un contesto simbolico, allusivo, combinando diverse suggestioni e stimoli linguistici. Autore di un astrattismo caldo, è noto per le composizioni di forme somiglianti alla proiezione sul piano di parallelepipedi che risultano, alla fine, inverosimili ed irregolari, quasi irrisolti allo sguardo. Compie le sue opere attraverso un utilizzo del colore forte – gradevole e rigoroso insieme – e supporta il proprio lavoro con una voluta ‘imprecisione’ che va a vantaggio dell’espressività.

Dopo aver frequentato il liceo classico, nel 1945 si iscrive alla Facoltà di Lettere; negli anni seguenti è allievo di Lionello Venturi, con il quale prepara la tesi di laurea sulla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. Con Dorazio, Guerrini, Vespignani, Buratti, Muccini, Maffioletti, Perilli fonda il “Gruppo Arte Sociale” (GAS); allo stesso tempo collabora alla nascita e alla redazione delle riviste “Ariele” e “La Fabbrica”, organo del GAS, delle quali esce un unico numero. Nel 1947 partecipa alla redazione del manifesto “Forma 1” (firmato oltre che da Perilli, da Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, Turcato) pubblicato sul primo numero della rivista omonima. In ottobre dello stesso anno espone alla prima mostra del gruppo Forma 1 che si tiene nella Galleria Art Club: durante lo steso mese tieni nei locali dell’Art Club una conferenza dal titolo Del formalismo. Nell’anno seguente collabora con Sottsass jr all’organizzazione della prima mostra di arte astratta in Italia che si tiene alla Galleria di Roma.

Presentato da Lionello Venturi, Perilli partecipa al I Congresso Internazionale di critici d’arte che si tiene a Parigi, presentando insieme a Dorazio una relazione sulla situazione della pittura italiana del ‘900. Nel 1950 fonda, con Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria “Age d’Or”; a cura dell’ “Age d’Or” viene pubblicato il primo quaderno tecnico-informativo d’arte contemporanea Forma 2. Il primo e unico numero è un “Omaggio a V. Kandinskij”, con testi di Max Bill, Nina Kandinsky, Enrico Trampolini e altri; il saggio di Perilli è dedicato alla grafia di Kandinsky. L’artista, sempre assieme a Dorazio e Guerrini, realizza il numero 4 della rivista di architettura “Spazio”, interamente dedicato all’arte astratta; Perilli vi pubblica un saggio dal titolo “Quarant’anni d’arte astratta in Italia”. Nello stesso anno Lucio Fontana invita l’ “Age d’Or” a collaborare alla Triennale di Milano: Perilli, Dorazio e Guerrini realizzano in collaborazione due grandi pitture murali, premiate con medaglia d’argento.

Nel 1957 espone ad una mostra personale allestita alla Galleria La Tartaruga, presentato da Nello Ponente mentre, cinque anni più tardi, ha una sala personale alla Biennale di Venezia, dove nel catalogo è presentato da Umbro Apollonio. Nel 1963 partecipa a Palermo alle riunioni del “Gruppo 63”. Contemporaneamente espone una mostra personale a New York alla Galleria Bonino. All’inizio degli anni Settanta espone una serie di opere dal 1961 al 1969 in una mostra personale che si tiene alla Galleria Nazionale di Praga ed espone ad una serie di mostre personali in Italia e ancora all’estero: alla Galleria Marlborough di Roma, alla Galerie Espace di Amsterdam, alla Frankfurter Westend Galerie di Francoforte, alla Jacques Baruch Gallery di Chicago con solo opere grafiche. Partecipa alla International Biennal Exhibition of Prints in Tokyo.

Nel 1979 organizza e realizza per il comune di Roma la mostra “L’avanguardia polacca 1910-1978”, al Palazzo delle Esposizioni. Negli anni Ottanta Perilli partecipa alla realizzazione di “Retina”, rivista degli artisti, dove pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico. Una sua ampia mostra retrospettiva, dal titolo “Achille Perilli, continuum 1947-1982”, è allestita al Palazzo dei Congressi della Repubblica di San Marino. Successivamente espone in una mostra retrospettiva degli anni 1969/1984 al Paris Center di Parigi dal titolo “Achille Perilli. L’irrazionale geometrico”. Nelle opere degli anni Novanta il linguaggio di Perilli si rafforza ulteriormente in un cromatismo acceso, ilare, vivace e brillante: le forme si sviluppano in condizione bidimensionale, espandendosi nello spazio della tela e acquistando strutture di grande eleganza e movimento. Le opere di Perilli si qualificano in una direzione assolutamente astratta e al contempo si articolandosi cromaticamente lasciano che il colore possa argomentare e aiutare l’emergere e l’esprimersi stesso delle forme